La cucina piemontese ed io


I miei primi anni

Nata in Piemonte, esattamente a Bra in provincia di Cuneo, un martedì novembrino del 1971... già dal cognome, Forno, e dalla regione di nascita, il destino di diventare un'amante esperta della cucina piemontese era segnato.

Figlia di genitori piemontesi, devo il nome alla famosa soubrette Raffaella Carrà che negli anni ’70 era la star della tv in Italia. Ma della Raffaella nazionale credo di aver preso solo la sonora risata!


Una lunga tradizione di famiglia

La mia nonna Giuseppina, vissuta ben 105 anni, era un’abilissima cuoca, cosi’ come la mia mamma, entrambe specializzate nella cucina tradizionale piemontese.

Da loro ho ereditato la passione per la cucina, specie l’arte di fare la pasta fatta in casa, i bei ravioli del plin con il ragù di coniglio che nonna Pina faceva cuocere per ore a fuoco lento sulla stufa a legna. Eh si, perché all’epoca i conigli li allevavamo in casa e il vino lo faceva lo zio Giovanni nella grossa tinozza di legno pestando l’uva con i piedi. Che bei tempi, che bei ricordi!


Ricordo anche la formaggetta che mia mamma faceva con il latte di una capretta che qualcuno ci aveva lasciata legata al cancello una sera d’estate...e poi c’era l’orto del mio papà, sempre pieno di allegre verdure, e poi le pesche, le albicocche e i pomodori che ci facevano passare i mesi di luglio e agosto per fare marmellate e conserva.

Per non parlare dei giorni di pioggia quando noibimbi mettevamo gli stivali e partivamo alla ricerca di lumache... Mmm che buone con la salsa verde! Oggi proponessi ai miei figli di mangiare una lumaca penso che se ne andrebbero di casa! Sempre che sappiano che sono commestibili....

Che dire? altri tempi, altra natura, altri gusti ma sempre la stessa grande passione...Il cibo! E sapete quali erano le mie merende preferite? L’uovo sbattuto fresco con zucchero e vino rosso e il mitico pane burro e zucchero! La Nutella non era ancora cosi’ diffusa e come il gelato d’estate o le fragole a maggio, certe cose restavano ancora pure primizie.

E cosi, questi indelebili ricordi sono le basi del mio destino ai fornelli. Riconoscere solo dal profumo uno di quei prodotti della terra mi riporta alla spensieratezza infantile e torna ogni volta il ricordo del tempo trascorso, toccandomi il cuore e riportando un sorriso.

La cucina e i piatti piemontesi,
un palcoscenico che mi
accompagna da tutta la vita.

Alla ricerca della mia strada

In giro per il mondo

Al termine del liceo linguistico, frequentato contro volontà dei genitori che mi volevano ragioniera (io???) per lavorare poi nell’azienda di famiglia, lavorai 2 anni con loro ma ben presto presi il volo per qualcosa ben più adatto a me. Così iniziò la mia avventura per il mondo. 1992: Prima destinazione: Brazil! Wow. Spiagge, mare, sole, palme e... un esotico “chiringuito” con il quale incominciai il mio lavoro nella ristorazione. Una bella esperienza per avere solo 20 anni, ma sicuramente la più ricca e meravigliosa di tutte.

E 5 anni passarono a suon di samba fino al ritorno a casa nel 1996. Ma l’Italia mi stava sempre stretta. Cosi, dopo poco ripartii per altre destinazioni: Inghilterra, Francia e infine la Svizzera. Eh si, un bel cambiamento, ma ero giunta ad un punto di svolta e mi serviva una marcia in più per fare il salto di qualità. Così nel 1998 mi iscrissi alla pregiata scuola di Hotellerie di Montreux, il Centre International de Glion, sul lago di Ginevra. Un posto incantato, una scuola internazionale eccellente (eravamo studenti di ben 72 nazionalità diverse) gestita con il rigore svizzero che ci avrebbe aperto le porte del mondo... Altri 5 anni ma poi di nuovo a casa... che il richiamo delle origini fosse sempre più forte di tutto? E le porte aperte del mondo?

Il ritorno alle origini

Probabilmente iniziavo ad aver bisogno di un posto che si chiama casa

Tornata nel 2002, presi quel bagaglio di esperienze accumulate nei 10 anni precedenti e passai i successivi 15 anni a lavorare tra alberghi e ristoranti. Ora pensandoci, capisco quanta passione mi spingeva...non c’erano mai sabati o domeniche liberi, quando tutti facevano festa, io lavoravo anche se poi gli amici erano spesso i clienti che frequentavano i miei locali. Infatti l'ho sempre considerato un lavoro molto duro ma divertente e mai monotono, tanti momenti di sorrisi e gioia. Pranzi, cene, feste, eventi, un clima sempre allegro. Le persone si trovano a tavola per ricorrenze piacevoli e benché si lavori, il contesto rimane festoso. Questo rende il mio lavoro piacevole: l’atmosfera.

Finché arrivò la famiglia e quella purtroppo non va quasi mai a pari passo con l’impegno che richiede questo tipo di lavoro... 2 bambini piccoli, tante cose di cui occuparsi anche fuori dal lavoro, insomma: bisognava cambiare le cose. Rimasi per due anni in stand by finché quella piccola scuola di cucina che nel frattempo era nata per gioco tra amiche ai fornelli, di colpo diventò un’opportunità di lavoro. Cosi, quei turisti che ogni anno la regione richiamava sempre più numerosi, appassionati di vino, appassionati amanti della buona cucina italiana e del tartufo nero, catturati dalle bellezze delle colline delle Langhe e dalle bellezze del Piemonte di colpo si interessavano ad imparare la cucina piemontese, quella che la mia nonna e la mia mamma mi avevano insegnato e che negli ultimi anni preparavo nelle cucine dei ristoranti.

Il presente

Cosa faccio oggi

Così, nella casa di campagna in cui oggi vivo, tra il verde e l’amore dei miei animali, le porte sono sempre aperte per chi decide di fare un corso di cucina vivendo un'esperienza fatta di mani negli impasti, dilettandosi a fare il cuoco per un giorno. Un’esperienza ricca di sapori, colori, emozioni e tanta allegria. Perché cucinare è impastare, pelare, tagliare, frullare, cuocere, tritare ma anche ridere, scherzare, rilassarsi e condividere. Quante cose si possono fare in una cucina! Se poi il tutto lo si annaffia con un buon vino piemontese, tra una risata e l’altra, allora diventa veramente un momento indimenticabile...

Ecco come voglio siano tutti i miei corsi di cucina: dei momenti unici passati imparando con allegria.

Un ritorno alle cose semplici dove non importa se sai già cucinare o se non hai mai fritto un uovo in padella. Questo non è Masterchef e neppure il Cordon Bleu. Questa è la mia casa aperta a tutti coloro che vogliono conoscere le tradizioni della Cucina Piemontese e vivere per un giorno un’esperienza vera e genuina.


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